Editoriale

Le Motivazioni del Regno (Graziano Crepaldi)

"…infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; e che egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro." (2 Corinzi 5:14-15)
Cosa ci motiva? Sono i soldi? La carriera? È un obiettivo come comprare una casa o potersi sposare? È uno stile di vita particolare? Il tuo obiettivo è raggiungere un certo livello o comprare un’auto nuova? Forse per alcuni di noi la motivazione è più a breve termine: superare la settimana lavorativa o pianificare una vacanza. Gli psicologi definiscono il concetto di motivazione come quei fattori che danno energia al comportamento e ci danno una direzione. Generalmente concordano sul fatto che l’autorealizzazione è il motore delle azioni umane ma, prima che una persona possa dedicarsi ad essa, deve soddisfare altre motivazioni inferiori come la fame, la sicurezza e l’appartenenza. Una persona motivata si impegnerà in un’attività in modo più vigoroso ed efficiente di una persona non motivata.

La Parola di Dio parla molto della motivazione sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. L'apostolo Paolo ha scritto riguardo alla sua motivazione per fare ciò che ha fatto, per essere quello che era e per servire Colui che serviva. Le motivazioni delle sue azioni erano di gran lunga superiori a qualsiasi cosa questo mondo avesse mai conosciuto e ai bisogni degli uomini. Lui negò i suoi bisogni fisiologici rimanendo spesso senza cibo e riparo, negò i propri bisogni di sicurezza, venendo spesso picchiato e imprigionato nel perseguimento di ciò a cui era chiamato, divenne un emarginato sociale e abbandonò ogni riconoscimento da parte di coloro che il mondo intorno a lui riteneva importanti (2 Cor. 11:25-30). La sua autorealizzazione è stata raggiunta non nel trovare sé stesso, ma nel perdersi totalmente in Cristo. In 2 Cor. 5:11-19 Paolo spiega le sue vere motivazioni per il Regno e ci dà 5 cose che lo hanno spinto al ministero che Dio gli aveva dato: 5 cose che dovrebbero motivare ogni credente nel suo servizio a Dio.

Noi siamo motivati dal timore di Dio

In 2 Cor. 5:9-10 Paolo sta spiegando che ha fatto quello che ha fatto a causa di chi ha servito, lui voleva piacere al Signore perché era consapevole che tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo. In 1 Cor. 3:13-14 disse: "...l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa." In questi versetti è chiaro che riceveremo la ricompensa del nostro servizio qui sulla terra e le nostre opere diventeranno evidenti, la verità nella nostra vita e le nostre motivazioni per il ministero saranno rivelate. Romani 14:12 dice: "Quindi ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio." Un giorno affronteremo Dio e dovremo raccontargli come abbiamo vissuto la vita che Lui ci ha dato, come abbiamo utilizzato le risorse, il tempo, la conoscenza, l'istruzione, tutto quello che abbiamo ricevuto dalla Sua mano e glie ne dovremo rendere conto. Paolo aveva incontrato Gesù sulla via di Damasco e conosceva il timore di trovarsi alla presenza di un Dio vivente. Tutti coloro che nelle Scritture hanno sperimentato la presenza di Dio, conoscevano questa meraviglia e questo senso di stupore e paura. Mosè dovette togliersi le scarpe perché era su una terra santa. Isaia disse: "Guai a me, sono perduto!" (Isaia 6:5) quando venne alla santa presenza di Dio. Questa è una motivazione preziosa per il ministero, sapendo che le nostre opere sono conosciute da Lui. Un giorno saremo davanti ad un Dio che non ha riguardi personali, un Dio che è totalmente giusto e che ci premierà non secondo le nostre intenzioni, ma secondo le nostre azioni. Anche questa dovrebbe essere una ragione per rallegrarci e dare gloria a Dio a motivo di tutto ciò che ha fatto per noi, per le gioie che ci attendono come risultato del nostro servizio a Lui.

Noi siamo motivati dallamore di Cristo

In 2 Cor. 5:14 Paolo riconosce di aver fatto quello che ha fatto a causa di ciò che Cristo ha fatto per lui. Era l'amore di Cristo che lo motivava. L'amore che Gesù ha dimostrato sulla croce ci obbliga. La parola "costringe" significa essere afferrati da una pressione interiore. È una parola che Paolo usa per descrivere come l'amore di Cristo lo ha spinto a vivere per Cristo e non per sé stesso. Questo verbo è usato in Luca 8:45 quando la donna con il flusso di sangue toccò Gesù e Lui disse: "Chi mi ha toccato?" I discepoli dissero: "Maestro, la folla ti stringe e ti preme e tu dici: chi mi ha toccato?". L'idea qui è che Gesù fu catturato in mezzo alla folla e venne spinto, portato avanti dalla folla. Paolo sta dicendo che è circondato dall'amore di Cristo e questo lo costringe a vivere per Cristo e non per sé stesso. Non c’è motivazione più forte di qualcuno che ci ama, ma che ci ama abbastanza da morire per noi. In Galati 2:19-20 leggiamo: "Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me." Questo fu un grande fattore motivante nella vita e nel ministero di Paolo, lo aiutò a morire alla vita egocentrica, ai programmi e alle ambizioni personali, ma ad essere vivo per Gesù. È facile oggi perdere la passione e la prospettiva su ciò che Gesù ha fatto per noi, permettendo all'amore mondano di sostituire il nostro amore per Cristo. Paolo mantenne la sua passione per Gesù, che fu dimostrata in modo così potente sulla croce del Calvario; ciò fu una delle motivazioni per il ministero e l'evangelizzazione nella sua vita. Dovrebbe essere così nella vita di ogni credente del Regno.

Noi siamo motivati dallessere nuove creature in Cristo

In 2 Cor. 5:17 Paolo ci ha fatto prendere coscienza che non viviamo più secondo la carne, ma secondo lo Spirito e "...se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, tutte le cose sono diventate nuove." Quindi l'apostolo ha fatto quello che ha fatto per ciò che Gesù lo ha fatto essere. Gli effetti dell'essere una nuova creatura in Cristo sono che tutto in me è cambiato. La persona che ero è morta, crocifissa con Cristo; tutte le cose sono state trasformate da Dio! Nella vita di tutti i giorni penso diversamente: non penso come il resto del mondo, ora penso come Gesù. I miei pensieri, i miei desideri, le mie ambizioni, tutto è cambiato. Paolo insegna in Rom. 12:2: "... siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente". Una nuova creatura pensa diversamente dalla vecchia creatura. Non puoi avere una mente trasformata senza che le tue azioni seguano questo principio. Quando qualcuno afferma di avere una mente trasformata, ma le sue azioni non corrispondono a quanto dice, chiamiamo quella persona un'ipocrita. Come è scritto in 1 Giov. 2:6 "Chi dice di rimanere in lui, deve camminare come egli camminò." La vera trasformazione, quando Gesù ci rende una nuova creatura, è che tutto di noi cambia e questo include anche le nostre azioni. Allo stesso modo la percezione delle mie sicurezze è diversa. Il mio obbiettivo non è concentrarmi su questo mondo, ma nel Regno dei Cieli. La mia destinazione è diversa: non guardo a questo mondo e a tutto ciò che ha da offrirmi, i miei desideri ed affetti sono rivolti alle cose celesti e non a quelle terrene. "Mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne." (2 Cor. 4:18). In questo processo il mio carattere, la mia natura, la mia stessa anima sono cambiati. Sono una persona nuova, non solo fuori, ma dentro. Pertanto, poiché sono una nuova creatura, il mio cuore è diverso e non posso vivere una vita che non sia in linea con chi Lui mi ha fatto essere.

Noi siamo motivati dalla chiamata di Cristo

Paolo dice in 2 Cor. 5:18, che "Dio ci ha dato il Ministero della Riconciliazione". Siamo una nuova creatura e siamo stati chiamati a portare avanti il ministero di Cristo. Invece di perseguire i nostri obiettivi, ora perseguiamo i Suoi obiettivi. Invece di vivere le nostre vite, ora viviamo la Sua vita attraverso di noi ed il ministero a cui siamo stati chiamati è il ministero della riconciliazione. La parola riconciliazione significa letteralmente “restaurazione del favore”, ovvero riportare l’uomo in una posizione di favore nei confronti di Dio e pertanto descrive la salvezza in termini di relazione. Nel vs. 20 Paolo prosegue dicendoci che ora siamo ambasciatori di Cristo. Questa è la chiamata al ministero che ogni discepolo di Gesù riceve come risultato dell'essere una nuova creatura. Non possiamo separare la nostra Salvezza dal nostro ministero.

Noi siamo motivati dalla responsabilità del Vangelo che ci Dio ci ha dato

L'incentivo finale e il catalizzatore del ministero di Paolo, come leggiamo in 2 Cor. 5:19 era l’essere divenuto amministratore del Vangelo del Regno. Lui aveva capito che faceva quello che faceva grazie a ciò che Cristo gli aveva chiesto di fare. In un mondo pieno di menzogne, di dottrine di demoni e di saggezza stolta, solo a noi è stata affidata una verità soprannaturale. A noi è stato affidato il compito di gestire questa verità e di essere amministratori della "casa" del Regno che è stata affidata alle nostre cure. In Galati 2:7 Paolo ci dice che gli è stato affidato il Vangelo ed in Efesini 3:2 lui dice che la dispensazione della grazia di Dio gli era stata data. In Colossesi 1:25 definisce la sua predicazione come un incarico a lui affidato ed in 1 Tess. 2:4 Paolo dice che ci è stato affidato il Vangelo. Siamo consapevoli di ciò che Dio ci ha dato? Questo non è un semplice messaggio su come essere buoni, vivere una bella vita e rendere le persone felici o ricche. Questo è un messaggio che salverà le anime morenti da un'eternità separate da Dio. Il messaggio del Vangelo del Regno può cambiare il loro destino eterno.

L'importanza del messaggio dovrebbe determinare la passione con cui lo predichiamo. Questo messaggio non è stato dato solo agli evangelisti o ai missionari, ma a tutti i cittadini del Regno di Dio. Le Scritture ci hanno chiarito che siamo tutti ambasciatori di Cristo. Dio si preoccupa delle nostre motivazioni. Il fine non giustifica i mezzi nell’economia di Dio. Secondo le Scritture, Egli comprende le nostre motivazioni, le soppesa; le esporrà, le giudicherà e metterà alla prova il nostro cuore e non risponderà alle nostre preghiere che vengono dette con intenzioni sbagliate (Giacomo 4:3). Dio ci ama e vuole solo il meglio per noi, ma sa che alcune delle cose che ci motivano ci possono grandemente danneggiare. Vuole che siamo motivati dagli strumenti che Lui ci ha fornito, dandoGli gloria e portando molti frutti. Lui ci sta sfidando a svegliarci, a fare ciò per cui ci ha creato e diventare la persona che Lui vuole che noi siamo. Lasciamo che Dio riaccenda la passione nella nostra anima e renda la Sua Parola come un fuoco nelle nostre ossa, nella nostra riverenza per Lui, nel suo amore per noi, in ciò che ci ha fatto essere, in ciò che ci ha chiamato a fare e in ciò che ci ha affidato da condividere nel mondo.

Ti suggeriamo 3 semplici domande e applicazioni pratiche per aiutarti a mettere in pratica questo messaggio nella tua vita:

  • Valuta la tua motivazione nel servire Dio – Perché servi il Signore? Sei motivato dalle stesse cose che motivarono Paolo? Se no, perché?
  • Chiedi a Dio di riaccendere la tua passione per le anime perdute – Paolo era motivato dall'amore per Dio e dall’amore per i perduti. Ogni credente dovrebbe avere queste due forme di amore. Li hai? In caso contrario, puoi chiedere a Dio di darteli?
  • Inizia a mettere in pratica la chiamata di Dio nella tua vita – Proverbi 16:3 dice: "Affida al SIGNORE le tue opere, e i tuoi progetti avranno successo.” Se iniziamo a mettere in pratica ciò che sappiamo essere la volontà di Dio, Egli trasformerà i nostri cuori.